Cosa significa aprire partita IVA? Quali sono le caratteristiche e i vantaggi del “regime dei minimi”? Cosa è cambiato con la Legge di Stabilità 2015? Gli argomenti risultano ostici e noi di MedBlog proviamo a darvi una mano, cercando di fare chiarezza…
Entriamo subito nel vivo della discussione…
Il medico può fare prestazioni “occasionali” senza possedere la Partita IVA?
In teoria sì, ma è meglio di no.
Infatti la legge non obbliga ad aprire la Partita IVA se i compensi annui non superano i 5.000 euro. Ma l’Agenzia delle Entrate sostiene che un professionista iscritto ad un Albo non può mai dire di esercitare “occasionalmente” la professione, altrimenti non sarebbe iscritto all’Albo. L’iscrizione all’Albo, quindi, per l’Agenzia delle Entrate è indice di “abitualità” nell’esercizio della professione. Tutto il contrario della “occasionalità”!
Per questo è fortemente raccomandato limitare eventuali prestazioni occasionali solo a sporadiche e non programmate sostituzioni a medici di medicina generale e aprire la Partita IVA per tutti gli altri casi. Altrimenti il medico avrà vita dura a giustificarsi davanti all’Agenzia delle Entrate.
Per questo, almeno che non prevediate di entrare a stretto giro di posta in specializzazione (nonostante che anche uno specializzando possa sostituire prendendo ‘ferie’!…), conviene sempre aprire Partita IVA. In più, oltre al fatto di poter emettere fatture, c’è il vantaggio di poter scaricare alcune spese legate alla nostra professione, e che analizzeremo più avanti.
È anche vero che uno spunto di riflessione che dobbiamo considerare è che le tasse e le spese nei primi anni di lavoro non sono cosi gravosi rispetto a quando saremo più avanti nella nostra carriera.
Lo Stato, per tutti coloro che hanno appena finito di elargire all’università ingenti somme di denaro e cospicui anni di vita sociale, fornisce una condizione di agevolazione fiscale nota come “regime dei minimi” a patto di avere un reddito annuo < 30.000 euro e un’età < 35 anni.
Con la Legge di Stabilità 2015 le cose sono leggermente diverse, ma andiamo con ordine:
In pratica, con questo regime:
- si è esenti dal pagamento dell’IRAP (imposta regionale sulle attività produttive, pari al 3,9% del proprio guadagno netto, detto comunemente “imponibile”),
- non si è soggetti agli studi di settore (che ovviamente non vuol dire che siamo esenti dal controllo della Guardia di Finanza, ma diciamo che il Fisco ci sta meno col fiato sul collo)
- non si deve imporre, dichiarare e comunicare l’IVA e nessuna ritenuta di acconto (questo si traduce nella pratica di tutti i giorni nel fatto di non dover imporre l’IVA sui certificati e di incassare esattamente la cifra riportata sulla fattura, senza cioè nessuna “trattenuta” aggiuntiva)
- ma soprattutto dover pagare solo una tassazione del 5% di IRPEF (imposta sul reddito persone fisiche) contro il 20% del regime ordinario.
Facciamo un semplice esempio: se io guadagno 10.000 euro anno, con il regime ordinario dovrei pagare 2300 euro (IRPEF + IRAP), mentre pago 500 euro con il regime dei minimi! Non male no!?
Per quanto riguarda la deducibilità delle spese:
– le spese relative all’acquisto ed utilizzo del telefono sono deducibili per l’80% col regime ordinario, con quello dei minimi si considerano beni ad uso promiscuo, deducibile al 50%, insieme alle spese di manutenzione e via dicendo (es.. costo dell’abbonamento).
– le spese relative all’acquisto ed utilizzo dell’auto sono deducibili per il 20% col regime ordinario, con quello dei minimi sono deducibili al 50% (si considera anche questo un bene ad uso promiscuo), così come anche le spese di manutenzione auto e moto (bollo, assicurazione, riparazioni).
– per l’abitazione con il regime dei minimi valgono le stesse regole relative ai beni ad uso promiscuo, da scaricare al 50%. Stesso discorso per manutenzione e bollette.
– sono interamente deducibili le spese previdenziali, cioè l’ENPAM (che ricordiamo prendersi il 12.5% del nostro reddito, oltre alla tassa obbligatoria di minimo 148 euro). Per il regime dei minimi i contributi previdenziali si scaricano integralmente dal reddito e si deducono anche gli eventuali contributi versati ai collaboratori dell’impresa familiare fiscalmente a carico. Si segnano nel rigo LM7 di Unico PF.
– le cosiddette spese di rappresentanza sono deducibili solo fino all’1%, con un costo unitario di minimo 50 euro
– abbigliamento e cene con il regime dei minimi sono scaricabili solo se effettivamente sostenute nell’esercizio dell’attività. Si può scaricare il costo di una divisa da lavoro o di un abito di rappresentanza, il conto di un pasto con un cliente o dell’albergo per una trasferta professionale.
– gli omaggi in regime dei minimi sono scaricabili integralmente.
– i beni strumentali d’impresa sono scaricabili solo se il pagamento è avvenuto nel corrispondente periodo d’imposta.
– Detrazioni 19%: non si possono scaricare voci di spesa come quelle sanitarie e mediche. Se il contribuente, oltre al reddito professionale in regime dei minimi, ha redditi immobiliari (es.: immobili affittati), in relazione a questi può applicare le varie agevolazioni.
– Crediti di imposta: sono previsti per il riacquisto della prima casa, per i redditi prodotti all’estero, per l’acquisto di fondi comuni di investimento, per abitazione principale o altri immobili colpiti dal sisma in Abruzzo, per il reintegro delle anticipazioni sui fondi pensione, per le imposte versate sui canoni di locazione percepiti.
E’ bene ricordarsi che con il regime dei minimi è possibile acquistare beni strumentali fino a 15.000 euro all’anno (se lo superate anche solo di 1 euro passate automaticamente al regime ordinario!).
Infine, non tutti sanno che la Partita IVA segue l’anno solare: cioè se l’aprite – poco scaltramente – il 1 dicembre i beni strumentali che potete acquistare fino al 31 dicembre sono pari a circa 1/12 di 15.000 euro (cioè 1250 euro!) e che dovrete stare attenti con il guadagno perché non dovrà essere superiore a 1/12 di 30.000 euro (cioè 2500 euro!)!
Eh aspettate a sfregarvi le mani! Dobbiamo parlare della nuova Legge di Stabilità!
La Legge di Stabilità dal 1 gennaio 2015, con ben poca lungimiranza, ha imposto una tassazione del 15% per il regime dei minimi con tetto massimo di 15.000 euro di reddito per i professionisti (40.000 euro per i commercianti); ne rimanevano esclusi coloro che avevano aperto la Partita IVA con regime dei minimi prima del 31 dicembre 2014, che mantenevano inalterata la propria tassazione al 5%. Questo ovviamente ha generato da gennaio 2015 un calo del 30% di aperture di Partita IVA al regime agevolato!
Fortunatamente con il decreto Milleproroghe, entrato in vigore ufficialmente dal 1 marzo, per tutto il 2015 al momento dell’apertura della Partita IVA è possibile scegliere tra il vecchio e il nuovo sistema di tassazione! Quindi avete fino a dicembre! Muovetevi!
In ultima analisi, vi chiederete come fare di fatto ad aprire la Partita IVA.
Beh, potete sempre presentarvi di buon mattino all’Agenzia delle Entrate della vostra città con l’apposito modulo di ben 11 pagine (di non facile compilazione), oppure più comodamente e in maniera più sicura potreste farvela aprire dal vostro commercialista, che si incaricherà poi della relativa contabilità e di avvertirvi delle varie scadenze (cosa che il Fisco fa puntualmente troppo tardi!)
Per la scrittura di questo articolo è stato di fondamentale aiuto il sito
dell’Ordine dei Medici di Firenze, nella sezione Faq,
insieme allo studio del documento
“CONTRIBUENTI “MINIMI”: ADEMPIMENTI MINIMI”,
redatto dalle Agenzia delle Entrate.
L’autore
Dr. Matteo Vannini, medico corsista di Medicina Generale, nonché acritico e feroce blogger.
Matteo ti ringrazio per l’ottimo articolo veramente utile a tutti noi giovani medici! Ho peró una domanda, nel caso dei borsisti (specializzandi o corsisti di medicina generale), la borsa di studio deve essere inclusa nel tetto dei 30.000/annui del regime dei minimi oppure questo tetto è solo ed esclusivamente per le prestazioni da libero professionista? Grazie!
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Grazie in primis per i complimenti, cerchiamo di rendere queste cose un po’ meno ostiche per noi poveri medici alle prime armi!
Venendo alla tua domanda (che feci anche io a diversi commercialisti), purtroppo la borsa MMG deve essere inclusa nei 30.000 euro di tetto, quindi occhio perché è facile sforare senza accorgersene e, col vecchio regolamento, non si può tornare indietro.
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